Saluti del Segretario Generale (Ulisse) e del Comitato Centrale

( nuovo)Partito comunista italiano

Comitato Centrale

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Cari compagni,

ringraziamo la Segreteria Federale Toscana del Partito dei CARC per l’invito a portare il nostro contributo al dibattito di questa sera e a festeggiare con voi la resistenza e la vittoria delle forze antimperialiste in Venezuela.

I gruppi imperialisti USA, sionisti ed europei, la destra della borghesia venezuelana e i loro complici hanno tentato un colpo di Stato contro il governo bolivariano e il Presidente Nicolas Maduro e hanno trovato in Juan Guaidò il loro fantoccio. Avevano da tempo preparato il colpo. Hanno fatto di tutto per affamare la popolazione e creare in Venezuela un clima di caos, di insicurezza, di violenza che doveva “giustificare” l’intervento militare agli occhi dell’opinione pubblica. Perché in ogni paese il malessere e il malcontento delle masse popolari crescono e il potere delle autorità imperialiste è sempre più precario, mentre per fare la guerra hanno bisogno di un certo consenso delle masse popolari.

In Venezuela hanno applicato la strategia abituale dei gruppi imperialisti contro i governi che non assecondano i loro interessi, una strategia terroristica e golpista. Ma ancora una volta hanno fatto male i loro conti. Il Presidente Nicolas Maduro, il governo bolivariano, la Forza Armata Nazionale Bolivariana e gran parte della popolazione hanno reagito con determinazione, hanno tenuto testa alle manovre degli imperialisti e stanno conducendo una lotta valorosa. La loro loro resistenza ha fatto fallire ancora una volta il colpo di mano degli imperialisti. La lezione principale da trarre è che contro i gruppi imperialisti USA, sionisti ed europei e i loro complici e servi, possiamo vincere!


Dalla resistenza e dalla vittoria del governo bolivariano ci vengono tanti insegnamenti utili per la lotta di oggi e per il Governo di Blocco Popolare che faremo ingoiare ai vertici della Repubblica Pontificia.

1. Gli imperialisti USA non hanno una soluzione pacifica per uscire dalla crisi che sconvolge il loro sistema di dominio mondiale e che aggrava la crisi interna al loro paese, ossia il contrasto tra loro e le masse popolari statunitensi. Negli USA il distacco tra le masse popolari e i partiti che per quarant’anni hanno governato attuando il “programma comune” della borghesia imperialista (Partito Democratico e Partito Repubblicano) è forse persino superiore al distacco tra i partiti delle Laghe Intese e le masse popolari italiane. Pochi giorni fa Trump si è sentito in dovere di proclamare che gli Stati Uniti non diventeranno mai un paese socialista!

Le masse popolari statunitensi sono il principale “tallone d’Achille” degli imperialisti USA. Questi per cercare di mantenere soggiogate le masse popolari del loro paese non possono rinunciare al loro ruolo su scala mondiale. È sbagliato credere che rinunceranno allo sfruttamento del resto del mondo, che si ritireranno in buon ordine dai paesi in cui sono intervenuti militarmente, che adotteranno una politica “meno invasiva” negli affari di tutti i paesi, a partire da quelli imperialisti. Al contrario gli imperialisti USA useranno tutta la loro forza, ivi compresa la supremazia militare, per cercare di difendere il proprio dominio a livello mondiale. Lo scontro con gli altri gruppi imperialisti (innanzitutto con quelli franco-tedeschi) e con i paesi le cui Autorità non sono sottomesse ai loro voleri, è destinato a crescere. Solo la vittoria della rivoluzione socialista in un paese imperialista può impedire una nuova guerra mondiale. Bisogna allargare la lotta contro la NATO e le basi militari USA. Il governo MS-Lega deve rompere con la linea dei governi delle Larghe Intese, le Forze Armate italiane devono smettere di partecipare alle guerre della NATO.

2. Chi vuole la sovranità del proprio paese, non deve basarsi principalmente sulla borghesia nazionale. Solo se il movimento popolare è forte ed è in grado di tenere in piedi l’economia nazionale, la borghesia nazionale collabora o resta neutrale. È assolutamente sbagliato dipendere dalla borghesia nazionale. Anche nel nostro paese molti si ostinano a non tirare le conseguenze dal fatto che vitalmente interessati alla sovranità nazionale sono la classe operaia e il resto delle masse popolari. Questo condanna molti “sovranisti di sinistra” all’impotenza e alla sterile attesa che “qualche illustre esponente borghese”, che “qualche luminare” si decida a mettersi alla testa di un vasto movimento popolare e a rompere con l’UE e la NATO. Cosa che non avviene e non avverrà. Per rompere con la Comunità internazionale dei gruppi imperialisti franco-tedeschi, USA e sionisti e “tenere in piedi” il paese dopo la rottura, cioè far proseguire la produzione e distribuzione di beni e servizi, bisogna organizzare e mobilitare la classe operaia, i lavoratori delle aziende pubbliche e il resto delle masse popolari. Senza di loro, oggi nessuna sovranità nazionale è possibile.

3. La difesa della sovranità nazionale esige che il potere politico sia nelle mani di chi vuole realmente tutelarla, costi quel che costi. Chi vuole difendere la sovranità nazionale deve però avere in mano anche l’economia: deve dirigerla o almeno controllarla. Il punto debole del governo bolivariano è esattamente questo: in campo economico la borghesia nazionale ha ancora un grande potere e larga capacità di manovra. Da qui 1. la penuria di beni, 2. l’efficacia (seppur relativa) delle sanzioni inflitte dai gruppi imperialisti, 3. la corruzione. Questo è un aspetto che il governo bolivariano dovrà necessariamente risolvere per avanzare. La vittoria contro il colpo di Stato favorirà questo processo.

4. L’esperienza del governo bolivariano, nonostante tutte le difficoltà prodotte dal fatto che non ha ancora saldamente in mano l’economia, conferma quanto hanno mostrato in grande i primi paesi socialisti e quanto mostrano anche oggi, in una certa misura, Cuba, Corea del Nord, Iran e altri. Un governo che lotta per la sovranità nazionale trova a livello internazionale alleanze, appigli da sfruttare, contraddizioni in cui inserirsi per far fronte ai ricatti economici, all’embargo, alle sanzioni e alle altre manovre dei gruppi imperialisti: ricorrere al contrabbando, sviluppare la collaborazione con gli “Stati canaglia”, promuovere lo scambio con paesi che hanno forti contrasti con gli imperialisti USA, sfruttare a proprio vantaggio il bisogno di vendere che ogni capitalista ha: se produce merci, per valorizzare il suo capitale deve venderle! Sbaglia chi pensa che è impossibile aggirare sanzioni, embargo e tenere testa al ricatto economico degli imperialisti!

5. La posizione, seppur ambigua, del governo M5S-Lega ha impedito che l’Unione Europea si schierasse decisamente a favore del colpo di Stato in Venezuela, ha contribuito al suo fallimento. Questo conferma l’utilità del governo M5S-Lega anche se Matteo Salvini si è schierato a fianco degli imperialisti USA, con Berlusconi e il PD post-renziano. Questo conferma l’utilità della breccia aperta dal voto del 4 marzo.


Questi alcuni degli insegnamenti che tiriamo dall’esperienza del Venezuela.

Noi comunisti italiani, organismi e individui della Carovana del (nuovo)Partito comunista italiano, siamo solidali con il governo Maduro: promuoviamo un’opinione pubblica contraria alle manovre degli imperialisti, sosteniamo i compagni venezuelani nel processo rivoluzionario per trasformare il loro paese, ma soprattutto costruiamo giorno dopo giorno la rivoluzione socialista in Italia. Far avanzare la rivoluzione socialista in Italia, un paese imperialista, è il maggiore contributo che possiamo dare alla lotta delle masse popolari venezuelane e alla rinascita del movimento comunista in Venezuela e nel mondo. Il primo paese imperialista che romperà le catene del sistema imperialista mondiale, mostrerà la via e aprirà la strada anche alle masse popolari degli altri paesi!


Il Comitato Centrale del (n)PCI